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OVVERO :"SI-PUO'-FAREE!!!" |
Avete mai sognato di
costruire una automobile a vostra immagine e somiglianza? Ora con l’autocross è possibile! Forse i puristi della velocità su terra storceranno il naso ma l’autocross è stato famoso nel bene e nel male per la semplicità delle vetture e per l’assoluta fantasia dei preparatori nel fare automobili veloci, divertenti con poco impegno economico. A tutt’oggi chi vuol essere veloce deve senza dubbio deve sborsare i quattrini. Ma chi vuole solo divertirsi? Questa è una storia che va raccontata. Dicembre anno 1995.Due giovani virgulti tali Markciccio e Il Conte decidono di comperare una vettura da autocross da un preparatore sborsando la cifra di 500.000 Lire. Roll- bar, sedile anatomico e volante sono gli unici oggetti presenti nell’abitacolo. La testata è da rifare e lo spinterogeno ha problemi con i cavi oramai consumati. Per fortuna la pista del Pragiarolo è vicino a casa loro. |
920 m di pista sterrata
dove spremere circa 65 cv del motore Fiat Abarth di una A112 del
’78! Il divertimento è assicurato. Tralascerei comunque la cronaca
dei primi giorni delle lotte fatte con il motore e coi suoi
indecifrabili problemi. La vettura viene lasciata nei pressi
dell’autodromo in un terreno di un amico, infatti il problema del
trasporto di una vettura non targata non è risolvibile senza un
carrello e così rimane praticamente incustodita. Forse
qualcuno se la ricorda: quella A112 rossa piena di ammaccature col
telo di plastica blu messa a sinistra della biglietteria entrando nel
circuito, nell’angolo vicino ai rovi. In 3 anni siamo andati
parecchie volte in pista staccando giri veloci rispettabili in circa
1’01’’-1’02’’. Nel 1997 si aggrega Cristiano “Nek”
alla compagnia e si riesce a aumentare il risicato budget di qualche
lira e ci si diverte sempre di più. La svolta avviene quando nell’ottobre 97 il suddetto sosia del cantante si ribalta alla curva 4, rovinando il tetto che oramai poggia sul roll-bar. Inoltre qualche giorno dopo la vettura viene ritrovata nel suo ricovero priva di sedile, cinture e con parte della strumentazione mancante (che intanto era stata impiantata nell’abitacolo). Circa altre 500.000 Lire erano state spese per migliorare l’affidabilità della piccola utilitaria. Tralascerei il racconto del cambio della frizione effettuato in mezzo ai rovi e al fango dai tre completamente inesperti. Ora la svolta. Abbandonare? No, grazie. Markciccio testardo e con grande passione si fa prestare il carrello e trasporta la vettura moribonda in un terreno di sua nonna che nessuna usa. Lì estirpa il motore, l’avantreno e quel che resta del roll-bar. Porta il tutto a casa sua. I tre comprano 12 metri di tubo di ferro da 1 pollice gas (33.3 mm). In cantina il più nascostamente possibile egli tenta di costruire un prototipo tubolare sulle specifiche “Monotipo Limited” di cui si possono leggere le dette specifiche altrove nel sito. Un anno di tempo libero occupato a saldare, tagliare modificare e a comprare i pezzi mancanti dal rottamaio conducono alla “Macchinetta”: |
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I problemi erano molti e
quasi irrisolvibili: prima di tutto il trasporto; niente carrello,
niente trasporto al circuito lontano circa 15 Km. L’affidabilità
della vettura era scarsa, specie del telaio che saldato ad elettrodo
poteva formare cricche ovunque. Occorreva un buon collaudo in circuito
o sulla strada. Mancava una vera officina a cui appoggiarsi e lo
spinterogeno era nuovamente con i cavi induriti e vecchi. Mancava
qualsiasi tipo di risorsa monetaria. Mancava il sedile anatomico e le
cinture a 4 punti. Notare dalla fotografia le sospensioni anteriori prese direttamente da una Fiat Uno e montate al meglio possibile, il cofano del musetto preso direttamente da quello della A112 e la carrozzeria restante fatta con un telone blu. Lo sterzo a cremagliera è lo stesso della Uno:3 giri di volante per la sterzata completa :un po’ troppo per una vettura da corsa! Il serbatoio alle spalle del pilota è di un ciclomotore Malaguti 50 da 3 litri circa. Fortuna volle che: - I vicini di casa hanno consentito di utilizzare il loro terreno adibito a prato per girare con la vettura, purché gli tagliassi l’erba; - Ciccio diventò un bravo meccanico e saldatore; - Si aggregò al gruppo l’amico Roberto dotato di furgoncino cassonato della ditta in cui lavora per il trasporto della vettura (tralascerei la descrizione delle scene comicissime dei primi tentativi di caricare la macchina con dei semplici assi di legno). - Si fece nuovamente la spesa di uno spinterogeno nuovo - Si riuscirono a trovare due ruote posteriori da 175 mutuate da una vecchia Lancia rottamata dell’amico Alex - Si comprò un sedile da rally di seconda mano e le cinture furono regalate dal preparatore della A112 da cui l’avevamo acquistata mosso da compassione. Nel settembre 1999 avviene il primo collaudo in pista. |
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Il responso cronometrico
non fu incoraggiante ma l’importante fu saggiare che la vettura non
si rompesse. Ecco la vettura come si presenta alla step /2: nuova carrozzeria, gomme, volante ora di un kart, nuovi colori (tipo Benetton ’90). I collaudi si susseguono sul prato dei vicini di cui abbiamo delle immagini |
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Il 2000 è anno dei
continui miglioramenti: solo due uscite in pista ma incoraggianti. Step /3 :il 2001 è l’anno della consacrazione: - Modifica allo sterzo ora diretto e di schema simile a quello dei kart - Sospensioni anteriori a puntone con triangoli inferiori artigianali e molla ammortizzatore modificato e alleggerito - Cambio della batteria - Alettone posteriore! Quelle che seguono sono le ultime immagini dal circuito del Pragiarolo, agosto 2001: con pista discreta e gomme posteriori completamente consumate si è girato in circa 56''. Il record della pista per la stessa categoria (che ha una cilindrata massima di 1150 c.c. n.d.r.) è di circa 48''.
Uno scatto dedicato alle bellesse ai box che ci danno consigli di meccanica non poteva mancare! |
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Conclusioni.
Questo “racconto” vuole semplicemente sottolineare il fatto che con
poooochi soldi e mooolto tempo a disposizione il nostro gruppo di amici
(anche se il lavoro maggiore lo ha fatto Ciccio) si è divertito e
consiglio l’esperienza a chiunque. Vorrei comunque sottolineare che è
grazie a una serie di fortunate coincidenze che la vettura è stata
costruita e non tutti per esempio hanno a disposizione un posto dove
girare a piacimento se non in pista . Devo dire grazie ai vicini che la
vettura non si rompe quasi mai perché senza collaudo non avremmo mai
saputo dove rinforzare il telaio. Inoltre ringrazio il signore che ha
comprato il terreno di mia nonna e che si è ritrovato possessore dello
scheletro della A112 che poi ha buttato via a sue spese. Le altre pagine dedicate al Team:
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