La costruzione e il
collaudo.
Ovvero : si fa presto a dire carriola!
Ecco alcune immagini della fase di
costruzione della macchinetta.
Diciamo che di carriola aveva anche l’aspetto, come si vede. Ricordo anche che i triangoli superiori delle sospensioni anteriori erano fatti con i profilati a u che vengono usati dai muratori per fare l’armatura dove poi va colato il cemento. Infatti avevamo finito i tubi e fummo costretti a optare per ciò che era in quel momento disponibile (ma comprarne altri era vietato?). Diciamo che la filosofia del progetto è sempre stata quella della minore spesa possibile ma ancor più all’inizio poiché vere garanzie sulla futura riuscita della stesso non esistevano. E buttare soldi era vietato (non so se si è già capito). Dal punto di vista tecnico c’è poco da dire: basta guardare le foto, specie quelle in cui Nek entra nell’angusto abitacolo. Ancor oggi mi chiedo: ma come fa a stare tutta insieme? Se non altro la struttura è estremamente leggera.
Ed ecco la prima uscita. Targata 16 gennaio 1999. Dal momento che è vietato circolare su strada pubblica con un veicolo del genere NON eravamo noi nelle foto che seguono ad uscire dal vialetto di casa mia fin sulla strada. Soprattutto NON eravamo noi a proseguire il primo collaudo nel bosco vicino a casa di Ciccio. La vettura rispose discretamente, unico inconveniente fu l’avviamento poiché la batteria era estremamente morta e il fatto che le ruote posteriori erano troppo piccole per fare tenuta sul fangoso terreno. Per fortuna il telefonino non era ancora particolarmente diffuso altrimenti il proprietario della Golf nera che incrociammo avrebbe sicuramente chiamato il vigili urbani del paese. In pochi minuti ci dileguammo, naturalmente. Comunque fu una grande emozione e soddisfazione vedere che la carriola a quattro ruote funzionava. Chiamarla automobile era ancora presto.
A proposito di vigili urbani vorrei sottolineare che uscimmo quattro - cinque volte sulla strada aperta al pubblico (anzi NON uscimmo, NON eravamo noi), solo per pochi minuti, praticamente in mezzo al bosco tentando per quanto possibile di evitare gli sguardi indiscreti dei vicini di casa (“ma cusa l’è quella roba lì?!?” e “ma che rumor che la fa!” furono sicuramente le frasi in dialetto pronunciate da quelli). In seguito per evitare rumori inutili inserii sullo scarico libero il silenziatore della mia Cagiva C12 125 rottamata sostituendo il sistema precedente che prevedeva una rete metallica con all’interno uno straccio che dopo pochi minuti bruciava.
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