La  costruzione e il collaudo.
  Ovvero : si fa presto a dire carriola!

Ecco alcune immagini  della fase di costruzione della macchinetta.

Sfruttando il roll-bar della A112 in nostro possesso e oramai moribonda riuscimmo in meno di un anno (a partire dall’agosto 1998) a completare il progetto e a issare su quattro ruote uno scheletro di tubi saldati alla meno peggio e un motore. Tutto qui. Come si può vedere dalle foto più in alto. Ricordo i primi giorni quando, per nascondere il progetto ai miei e anche un po’ a me stesso appoggiavo l’intrico di tubi al muro come una carriola quando si è finito il lavoro al cantiere in modo tale da occupare meno spazio possibile. 

 

 

 

Diciamo che di carriola aveva anche l’aspetto, come si vede. Ricordo anche che i triangoli superiori delle sospensioni anteriori erano fatti con i profilati a u che vengono usati dai muratori per fare l’armatura dove poi va colato il cemento.  Infatti avevamo finito i tubi e fummo costretti a optare per ciò che era in quel momento disponibile (ma comprarne altri era vietato?). Diciamo che la filosofia del progetto è sempre stata quella della minore spesa possibile ma ancor più all’inizio poiché vere garanzie sulla futura riuscita della stesso non esistevano. E buttare soldi era vietato (non so se si è già capito). Dal punto di vista tecnico c’è poco da dire: basta guardare le foto, specie quelle in cui Nek entra nell’angusto abitacolo. Ancor oggi mi chiedo: ma come fa a stare tutta insieme? Se non altro la struttura è estremamente leggera.

 

     

Ed ecco la prima uscita. Targata 16 gennaio 1999. Dal momento che è vietato circolare su strada pubblica con un veicolo del genere NON eravamo noi nelle foto che seguono ad uscire dal vialetto di casa mia fin sulla strada. Soprattutto NON eravamo noi a proseguire il primo collaudo nel bosco vicino a casa di Ciccio. La vettura rispose discretamente, unico inconveniente fu l’avviamento poiché la batteria era estremamente morta e il fatto che le ruote posteriori erano troppo piccole per fare tenuta sul fangoso terreno. Per fortuna il telefonino non era ancora particolarmente diffuso altrimenti il proprietario della Golf nera che incrociammo avrebbe sicuramente chiamato il vigili urbani del paese. In pochi minuti ci dileguammo, naturalmente. Comunque fu una grande emozione e soddisfazione vedere che la carriola a quattro ruote funzionava. Chiamarla automobile era ancora presto.

    

 

 

 

  A proposito di vigili urbani vorrei sottolineare che uscimmo quattro - cinque volte sulla strada aperta al pubblico (anzi NON uscimmo, NON eravamo noi), solo per pochi minuti, praticamente in mezzo al bosco tentando per quanto possibile di evitare gli sguardi indiscreti dei vicini di casa (“ma cusa l’è quella roba lì?!?” e “ma che rumor che la fa!” furono sicuramente le frasi in dialetto pronunciate da quelli). In seguito per evitare rumori inutili inserii sullo scarico libero il silenziatore della mia Cagiva C12 125 rottamata sostituendo il sistema precedente che prevedeva una rete metallica con all’interno uno straccio che dopo pochi minuti bruciava.

 

 


Per nostra fortuna i vigili urbani non ci videro mai in azione. Per ironia della sorte mi beccarono solamente una volta quando avevo portato la vettura nella mia cantina per una veloce saldatura (raramente lo feci e quasi tutte le saldature le ho dovute fare in mezzo al fango e alla terra poiché nella mia cantina avrei sporcato troppo anche se per fortuna ora ho una bella tettoia dove riparare la vettura dalle intemperie). Con estrema cautela riportai la vettura stessa nel terreno dei miei vicini che, come dice la parola stessa, è molto vicino. Percorsi 5 metri sulla strada pubblica rientro e porto la macchinetta a dormire nel suo ricovero. La sera invernale e il buio oramai sopraggiunto non mi impedì di vedere la sagoma di una Fiat Punto con lampeggiante fermarsi. Due figure mi si avvicinano. Senza salutare mi chiedono cosa stessi facendo e soprattutto con cosa. Non penso che abbiano capito cosa volesse dire “prototipo tubolare”, comunque girano i tacchi e se ne vanno senza salutare intimandomi che la volta seguente sarebbe scattato il sequestro del mezzo (avranno un deposito di prototipi tubolari in comune?). Tutto è bene ciò che finisce bene. Non ci sono più le mezze stagioni e nessuno vuole lavorare la terra.

In seguito i collaudi si sono sempre svolti sul già citato  terreno dei miei vicini che chiamerei “piccola Fiorano” in onore della Ferrari. Mio papà rivalutò la macchinetta quando vide che circolando teneva bassa l’erba senza passare il taglia erba che consuma benzina . La risvalutò quando vide che faceva 4-6 Km con un litro.

Le altre pagine dedicate al Team:

La comica storia del nostro prototipo tubolare ('99)

Immagini e filmati della volta che abbiamo fatto il (nostro) record in pista ('02).

Lonato(BS), 22 agosto 2002, le prove sulla storica (ex) pista di Lonato ('03)